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Cina | Hong Kong | Macao

Un weekend tra Macao e Hong Kong

Paolo ci racconta il suo breve viaggio tra due fantastiche metropoli: Macao e Hong Kong

La cultura tradizionale cinese mi ha sempre attirato, e Macao e Hong Kong sono riusciti a conservarla molto meglio che nella Repubblica Popolare. In entrambi le città si incontrano la cultura orientale e quella occidentale. Specialmente a Macao, che ha conservato bellissimi edifici coloniali portoghesi, oltre la costante presenza del mare tutt’attorno.

La scusa di andarci è costituita dal fatto che Duarte, il mio amico portoghese, è lì in visita da Cristiana, la mia ex collega ed amica portoghese. Ho molta voglia di rivedere entrambi dopo due anni dall’ultima mia visita.

E poi c’è così tanto da vedere e rivedere.

Come la volta precedente, mi viene a prendere Duarte all’aeroporto di Macao quando arrivo verso le 18, dato che Cristiana tiene soprattutto corsi serali.

In autobus arriviamo all’imbarcadero degli aliscafi per Hong Kong, poi un altro quarto d’ora a piedi costeggiando il grande bacino idrico attorno al quale centinaia di macaensi si rilassano o fanno esercizio.

Arriviamo a casa di Cristiana. Mentre l’ultima volta che ero venuto lei abitava nel centro storico vicino a Leal do Senado, ora alloggia in un bell’appartamento un po’ più a nord, vicino alla collina di Guia. Lascio le mie cose e andiamo subito a mangiare qualcosa, per poi farci due passi in centro e andare a prendere Cristiana quando esce dal lavoro. Che bella sensazione tornare a camminare per i marciapiedi di Macao, circondato da tanta storia.

Visita all’isola di Coloane

Il giorno dopo io e Duarte, dopo un giro in centro, prendiamo l’autobus per Coloane, l’isola più meridionale che forma la regione amministrativa speciale. L’autobus attraversa uno dei tre ponti sul mare, quello centrale per i mezzi pubblici, e poi l’isola di Taipa e Cotai. La parte reclamata al mare ora è piena di moderni casinò, tra cui uno nuovissimo che due anni fa non esisteva. Il Parisian, in stile francese, davanti al quale è stata eretta una copia in dimensioni ridotte, ma pur sempre enorme (ad occhio e croce direi in scala 1:3), della Torre Eiffel di Parigi. E si trova a soli cento metri dal Venetian, la riproduzione della Serenissima.

Comunque la nostra meta è un’altra, alquanto differente: vogliamo infatti risalire l’ alto de Coloane, la grossa collina boscosa che occupa buona parte dell’isoletta più meridionale di Macao, per visitare il tempio cinese costruito in cima e per vedere da vicino la grossa statua di A-ma, la divinità taoista protettrice dei pescatori, che vi si erge nella parte più alta.

Dalla fermata dell’autobus al tempio c’è una salita parecchio ripida, mezz’ora buona di scarpinamento, ma circondati dagli alberi e di tanto in tanto con scorci bellissimi sull’isola ed il mare che la circonda. Il tempio è abbastanza recente, ma interessante, la statua gigantesca, ma la cosa più bella è il panorama che vi si scorge dall’alto: praticamente tutta Macao da una parte, e la spiaggia di Hac Sa e il mare con le isolette della Repubblica Popolare all’orizzonte dall’altra. Dopodiché si torna a casa e la sera si esce a cenare con Cristiana in un ristorante thailandese.

Gita in giornata per visitare Hong Kong

Il secondo giorno lo dedichiamo a Hong Kong, senza pernottamento, dato il tempo limitato del mio soggiorno. Ma l’ex colonia britannica è così vicina ed il trasporto così facile, comodo ed efficiente (ci sono aliscafi che fanno spola tra le due ex colonie 24 ore su 24).

La meta principale questa volta sarà il il Monastero dei Diecimila Buddha, che aveva impressionato Cristiana e Duarte l’ultima volta che avevano visitato Hong Kong. Questo monastero si trova nei nuovi territori, nella cittadina di Sha Tin, sorta lungo il fiume Shing Mun. Dall’imbarcadero dei traghetti prendiamo subito la metropolitana, che in una mezz’oretta, con vari cambi, ci porta a destinazione.

 

Il Monastero dei Diecimila Buddha

 

A dieci minuti a piedi dalla stazione, un po’ nascosto, comincia il cammino in salita che porta al tempio ubicato in alto, sulla collina di Po Fook. E risalendo la lunga scalinata di circa 400 scalini si comincia a capire l’origine del nome. Ai due lati del sentiero, infatti, si trovano ben 500 statue dipinte d’oro di Luohan (Arahat in pali, ovvero esseri illuminati) di grandezza naturale. Sono così ben fatte che fanno impressione, ognuna con delle fattezze, una posa ed un’espressione del viso diverse dalle altre. Ed in cima, oltre a vari templi minori, si trova quello principale, con le pareti interne rivestite di circa 13.000 piccoli Buddha, anche questi in pose diverse e alti ognuno circa 30 centimetri. Davanti al tempio c’è una statua di Guan Yin e la bella pagoda rossa a nove piani.

 

Pagoda del Monastero dei Diecimila Buddha

 

Da lì ridiscendiamo verso il fiume, per dirigerci al Museo del Patrimonio Artistico di Hong Kong di cui parla molto bene la mia guida. È il museo più grande di Hong Kong, ubicato in un grosso edificio in stile cinese.

All’interno si trovano varie esposizioni interessanti, tra cui una sull’opera cinese, ma due sono quelle che mi colpiscono di più: una permanente su Bruce Lee, e l’altra temporanea sulle arti marziali dell’etnia cinese conosciuta come hakka.

Su Bruce Lee, che era nativo di Hong Kong, c’è proprio tutto, dagli oggetti personali a spezzoni di film, anche quelli girati quando era bambino, mentre la mostra sul kung fu hakka mostra vari filmati, anche in 3D, sui vari stili di famosi maestri di Hong Kong, anche con le armi tradizionali, interessantissima. Da quando ho cominciato a studiare il taichi è rifiorito il mio interesse verso le arti marziali, così forte durante la mia adolescenza quando praticavo assiduamente il karate.

Finita la visita al museo, ci prendiamo un caffè e torniamo verso la metropolitana attraversando il parco lungo il fiume. Anche qui vediamo alcune persone che stanno facendo il Pokemon Go, ma non tante come nel parchetto vicino a casa mia in Malesia, che prima quasi deserto la sera, adesso è invaso da folle che si muovono all’unisono con gli occhi fissi sullo schermo dello smartphone.

Raggiunta la stazione, ripercorriamo in treno la strada fatta qualche ora prima, diretti questa volta all’isola di Hong Kong, scendendo però a Kowloon, alla stazione di Tsim Sha Tsui, per poter raggiungere l’isola di Hong Kong in traghetto e poterci godere ancora una volta una delle grandi e indimenticabili viste che offre Hong Kong.

 

L’isola di Hong Kong dal traghetto

 

Arrivati all’isola di Hong Kong, ci dirigiamo a piedi verso il quartiere centrale chiamato appunto Central, e da lì raggiungiamo le scale mobili che portano in alto a Mid-level, scendendo a Hollywood Road per osservare le stradine della parte più vecchia di Hong Kong. Poi ci infiliamo in un ristorantino cinese e finito di mangiare raggiungiamo l’imbarcadero dei traghetti per Macao, per arrivare a casa verso le 23.30.

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