Questo tempio è uno dei più antichi templi indiani di Penang, segno della presenza indiana sull’isola sin dal periodo coloniale britannico. È dedicato alla divinità Sri Muthu Mariamman, di comune venerazione tra gli indiani del Sud e del Tamil Nadu, da cui la maggioranza delle famiglie indiane in Malesia proviene.
Storia del tempio
Come è il caso di molti templi indiani (spesso anche cinesi), anche l’Arulmigu inizialmente consisteva in un piccolo altare votivo, successivamente espansosi, costruendovi attorno, generazione dopo generazione, la struttura attuale.
Il terreno su cui sorge venne donato nel 1801 dall’amministrazione inglese che aveva in concessione l’isola. Il destinatario era un indiano giunto qui assieme a molti altri, dal nome di Betty Lingam Chetty. Non a caso, la collocazione del tempio è proprio a ridosso del quartiere di Little India di George Town, dove storicamente si sono concentrate le famiglie indiane sin dalla fondazione della città. Probabilmente quando la prima struttura del tempio venne eretta, la comunità indiana ammontava a circa 2000 persone.
Nel 1833 il piccolo tempietto conobbe i primi lavori di espansione che lo portarono grosso modo alla sua forma attuale – ed è in questa data che convenzionalmente si attribuisce la fondazione, anche se la struttura preesistente era più vecchia. Il tempio, nella sua forma attuale, è stato dotato di un “gopuram” (la “torre” o campanile caratteristico di tutti i templi indiani, adornato con diverse statue di divinità e scene mitologiche indiane – 38 statue nel caso di questo tempio, in stile indiano-meridionale).
Il tempio è visitabile da turisti e viaggiatori, ma, come per tutti i templi indiani, occorre togliersi le scarpe prima di entrarvi e osservare le semplici regole di decoro di questi luoghi.
Leave a Reply