Moschea
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Malacca

Masjid Kampung Kling

La moschea della comunità indiana a Malacca

La moschea (“masjid” in malay) di Kampung Kling a Malacca, si trova a metà di Jalan Tukang Emas, una delle tre strade, con Heeren Street e Jonker Street, che attraversano il centro storico dell’antica città malese. Jalan Tukang Emas è nota anche come “Harmony Street” perché lungo questa strada sorgono tre importanti e storici luoghi di culto, appartenenti a tre diverse fedi religiose che contraddistinguono il carattere multietnico e multiconfessionale della Malesia.

 

Storia

La moschea fu costruita nel 1748 da commercianti indiani musulmani che abitavano il porto di Malacca, durante il periodo olandese (1641-1824). Si tratta di una delle moschee più antiche della Malesia ad oggi ancora esistenti e completamente integre. Oggidì la strada dove sorge la moschea è parte integrante della città di Malacca, o meglio del suo centro storico, contraddistinto da una mescolanza di architettura europea (olandese-inglese), peranakan (cinese dello Stretto di Malacca) e sud-indiana. Inizialmente, però, quando la popolazione di Malacca era sensibilmente ridotta, l’area della moschea era contraddistinta da una presenza soprattutto indiana e il caseggiato prendeva il nome di “Kampung Kling”. Kampung vuol dire “villaggio” in lingua malay; mentre “Kling” è un nome tipicamente associato agli indiani del sud (klings). Questa zona “indiana” si diramava dalla moschea sin verso il fiume che attraversa la città, poco distante.

Originariamente l’edificio era in legno e solo nel 1872 la struttura originale è stata rafforzata in mattoni. Il muro che circonda la moschea è invece di qualche anno prima, del 1868. Come molte moschee del Sud Est Asiatico, anche la moschea Kling di Malacca è stata realizzata su una pianta quadrata piuttosto che rettangolare o esagonale, come in Medio Oriente. L’architettura di questa moschea è unica al mondo, in quanto risultato della fusione di più stili architettonici, alcuni non tipicamente musulmani: è infatti un misto tra architettura cinese, indiana, indonesiana e malay, in un contesto coloniale europeo.

Il tetto dell’edificio e quello del minareto assomigliano a quelli di un tempio cinese, come uno stupa. I mattoni utilizzati nell’800 erano fabbricati secondo i criteri europei. Le piastrelle che adornano le pavimentazioni interne sono di provenienza anglosassone e portoghese. Le colonne interne sono in stile corinzio di influenza tardo rinascimentale, così come le finestre e alcune decorazioni attorno a queste; è presente un lampadario vittoriano. Un pulpito in legno in stile indiano misto a cinese. Il minareto in sé ricorda un campanile – anche se va detto che nella tradizione malay e indonesiana antica, i minareti non erano caratteristici quanto nel Medio Oriente e non di rado erano assenti in passato. Uno dei motivi era la mancata necessità di contraddistinguere una moschea in un’area densamente popolata, esigenza che è sorta invece nella Malesia contemporanea.

Dietro al cortile della moschea vi è un piccolo cimitero islamico, anch’esso visitabile, con tombe antiche (i musulmani seppelliscono i loro morti in piedi per cui le lapidi tombali sono piccole).

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