Malacca è stato uno dei primi centri in Malesia ad ospitare un attivo commercio con la Cina imperiale. Fu qui che il famoso ammiraglio Zheng He (o Cheng Ho) pose la propria base nel ‘400. Il flusso di cinesi è rimasto attivo fino al periodo coloniale inglese (XIX secolo), dove conobbe una forte crescita in seguito alle guerre dell’oppio in Cina e con il moltiplicarsi dei commerci in età moderna.
Le comunità antiche dei cinesi che si stanziarono sulle coste occidentale e orientale della Malesia assunsero gradualmente caratteristiche autonome rispetto a quelle della – tutto sommato – lontana madrepatria. Il termine con cui si usa designare la comunità cinese dello Stretto di Malacca, tra penisola malese e Indonesia (Java, Sumatra) è detta comunemente “peranakan” o alternativamente “baba-nyonya” ed indica i discendenti di quei cinesi giunti tra XV e XVI secolo tra questi lidi. I cinesi peranakan assunsero alcune usanze malesi, sviluppando il proprio dialetto in una lingua creola, a metà tra il dialetto cinese hokkien e il bahasa malay. Alcuni di loro si convertirono all’islam, altri al cristianesiamo, altri mantennero le proprie tradizioni religiose cinesi.
Ancora oggi ci sono molti cinesi aventi questo tipo di antenati, soprattutto a Malacca, Penang, Singapore, Indonesia ed è possibile trovare in questi luoghi traccia di questa fusione etnica, linguistica, religiosa, culturale, nelle opere d’arte e di artigianato, nel cibo, nell’architettura e via dicendo. Malacca, in quanto uno dei pochi porti principali storici più antichi, è uno dei luoghi più rappresentativi di questa cultura.
Storia del Museo
Ci sono molte case peranakan a Malacca. Il centro storico è emblematico di questo tipo di etnia, vi sono molte case ed edifici che risentono molto dell’influenza cinese, per non parlare dei luoghi di culto. Il Museo Baba Nyonya altro non è che una casa peranakan ristrutturata finemente e riconvertita a museo. La dimora è molto grande ed ospita una ricca collezione di mobilio, artefatti, utensili, oggetti di arredo, abiti, giochi e quant’altro contraddistinguesse la vita di un cinese sullo Stretto di Malacca del 19° secolo. Naturalmente si tratta di una famiglia particolarmente abbiente, di ceto elevato e ricco. Precisamente, la famiglia è quella di Chan Cheng Siew, un personaggio che accrebbe le proprie fortuna nei commerci con gli inglesi, e di sua moglie Ho Joo Suan. La casa di Chan è datata 1896, anno in cui tre edifici esistenti vennero aggregati tra loro (datati 1700-1800).
La casa è di antica proprietà della famiglia Chan; nel 1985 uno dei membri decise di convertire la stessa in un museo, mostrando i cimeli di famiglia ed altri acquisiti tra reperti antiquari di epoca affine, al pubblico.
La casa rispetta ancora la suddivisione delle stanze originali, con un grande cortile interno, la cucina, le stanze private ai piani superiori. Tutto il mobilio è autentico, così come gli utensili presenti in ogni stanza. È presente anche una collezione di abiti d’epoca, nonché di giochi, passatempi, fotografie d’epoca.
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