Il Vesak (termine in lingua pali indicante il mese lunare corrispondente di aprile-maggio) è una festività che si celebra ogni anno in molte altre nazioni asiatiche, dovunque sia presente una cultura buddhista – non importa se di tradizione theravada o mahayana.
È infatti una delle feste religiose più importanti del calendario buddista. Si celebra, simbolicamente, la nascita, l’illuminazione (il raggiungimento del nirvana) e la morte del Gautama Buddha storico. Questi tre eventi vengono fatti coincidere e non si trattano pertanto di una ricorrenza storica, bensì simbolica. Le sue date variano a seconda di piccole varianti nei calendari buddhisti in uso nei paesi del Sud Est Asiatico.
Storia
Non si tratta di una festività antica, in quanto formalizzata da una Conferenza Buddhista Mondiale tenutasi nel 1950 in Sri Lanka.
Caratteristiche
Nella pratica, la festa assume così un carattere di omaggio al Buddha storico ed è un’occasione per ricordarne i precetti, la vita e il suo insegnamento nel mondo. I fedeli buddhisti (in paesi come la Malesia, lo Sri Lanka o l’India possono coinvolgere anche gli Indù) recano omaggio ai templi e ai monaci con offerte, fiori, incensi, candele. Spesso i monaci passano la giornata a recitare mantra in pubblico, benedire i fedeli. Gli stessi, assieme a volontari laici, offrono banchetti per i più indigenti. In occasione della nascita del Buddha alcune tradizioni fanno bagnare ai fedeli la testa del Buddha (talvolta raffigurato bambino) con dell’acqua, simbolo di purezza e ciclicità.
Si tengono anche processioni nei centri più importanti, talvolta con carri addobbati da fiori e con a bordo dei monaci benedicenti, e non manca, naturalmente, il fiorire di attività forse poco spirituali, ma che non possono non accompagnare una festa che dopotutto è gioiosa, ossia numerosi banchetti nei pressi dei templi, con venditori di idoli, oggetti vari, persino vestiti, e ovviamente cibo, il tutto accompagnato da musica e incenso… Per i fedeli e i buddhisti più fedeli, si tratta comunque di un’occasione, come tante altre nel corso dell’anno, per meditare e seguire gli altri precetti del Buddhismo.
Malesia
I Buddhisti sono almeno il 20% della popolazione e si tengono celebrazioni in questa occasione ovunque ci sia un tempio buddhista (a volte anche nei templi delle religioni tradizionali cinesi taoiste e persino in alcuni templi indù, che considerano Buddha una delle reincarnazioni – o meglio avatar – di Vishnu). Nella capitale Kuala Lumpur l’evento più importante di solito si celbra presso il monastero buddhista Maha Viahara, dietro Brickfields, dove è possibile trovare, in una gran folla, anche delle processioni di carri (di solito la sera verso le 19:00, che partono da altri templi della città) e molte bancarelle. Entrando nel tempio è possibile ricevere la benedizione dei monaci anche se non si è fedeli. Altri centri importanti sono Johor Baru, Ipoh, Seremban, Malacca, con celebrazioni nei templi del centro storico, e George Town. In quest’ultima ci sono grandi celebrazioni in particolare al tempio thailandese e quello birmano, nonché ovviamente il monastero di Kek Lok Si, tra gli altri.
Singapore
I buddhisti sono molto di più e di tradizione cd. Mahayana, tutte le statue del Buddha per la città vengono illuminate e ci sono processioni anche qui a lume di candela. Uno dei punti di raccoglimento principali è il tempio Lian Shan Shuang Lin , il più vecchio di Singapore e l secondo più grande in Asia di questo tipo. Un altro tempio importante in cui ci sono celebrazioni in questa occasione è quello più recente detto della “reliquia del dente del Buddha”, situato nel cuore della Chinatown locale.
Vietnam
I buddhisti sono molti e la celebrazione è conosciuta come Phat Dan, la ricorrenza è sentita come negli altri paesi dell’area di cultura dharmica, ma qui assume anche altre connotazioni politiche legate alla storia recente del paese. La festività venne introdotta dal governo del presidente dell’allora Vietnam del Sud nel 1958, che però, al tempo stesso, da fervente cattolico e parente di un vescovo ne censurò, vietandole, alcune ritualità, quali l’ammainamento di bandiere buddhiste – questo condusse a disordini civili che portarono alla morte di alcuni manifestanti per mano della polizia. In seguito eventi politici condussero alla fine delle proibizioni nel ’63, ma dopo la vittoria dei Viet Cong, la festa venne disconosciuta dal governo comunista; salvo poi riemergere nuovamente dopo le aperture del paese fatte a partire dalla fine degli anni ’80. Tuttora la celebrazione, pacifica e in auge tra gran parte della popolazione, ad Ha Noi, come Saigon, ha assunto connotati simili a quelli delle nazioni vicine.
Indonesia
I Buddhisti sono una minoranza riconosciuta, migliaia di monaci si radunano a Borobudur, per meditare collettivamente, recitare mantra e osservare un antico rituale che non solo è omaggio al Buddha Gautama ma anche al più grande e antico tempio buddhista dell’emisfero meridionale. Altre celebrazioni si possono trovare in altre parti del paese ove ci siano comunità buddhiste, nonché, in misura diversa anche tra gli induisti di Bali.
Myanmar, Thailandia, Laos e Cambogia
Nei paesi a maggioranza Buddhista, contraddistinti dalla corrente Theravada del Buddhismo, le celebrazioni si può dire che abbiano una rilevanza pari a quella di un Natale cristiano oppure di un Ramadan islamico, salvo trattarsi di eventi dalla natura e dal significato religioso e mistico profondamente diversi tra loro. In Cambogia si tengono celebrazioni da parte di monaci che accorrono da varie parti del paese a Siem Reap, dove sorge l’antico Angkor Wat.
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